Selecione

CAPITOLO IV

Come Frate Egidio loda più la obbedienzia, che la orazione.

 

Una volta uno Frate istava in cella sua in orazione, e il Guardiano suo gli mandò a dire per la obbedienzia, ch’egli andasse per la limosina. Di che subito n’andò a Frate Egidio, e disse: Padre mio, io era in orazione, e ‘l Guardiano m’ha comandato che io vada per lo pane; e a me pare sia meglio di stare in orazione. Rispuose Frate Egidio: Figliuolo mio, non hai ancora cognoscinto nè inteso, che cosa sia orazione? Vera orazione si è di fare la volontà del Prelato suo; ed è segno di grande superbia di colui, il quale ha messo il collo sotto al giogo della obbedienzia santa, quando per alcuno rispetto la vieta, per fare la sua volontade; quantunque gli paja d’operare più perfettamente. Il religioso perfetto obbediente è simile al cavaliere, che è sopra un poderoso cavallo, per la cui virtù passa intrepido per lo mezzo del cammino, e per contradio il religioso inobbediente e rammaricoso e non volontariò, è simile a colui, che siede sopra d’un cavallo magro e infermo e vizioso, perocchè con poca fatica rimane o morto, o preso dalli nemici. Dicoti, che se l’uomo fusse di tanta divozione ed elevazione di mente, che parlasse con gli Angeli, e in questo parlare egli fusse chiamato dal suo Prelato, subito debbe lasciare il colloquio degli Angeli, e obbedire al suo maggiore.