Selecione

8. Capitolo della santa castitade.8

La nostra misera e fragile carne umana si è simile al porco, che sempre si diletta di giacere e d’infangarsi nel fango, riputandosi il fango per sua grande dilettazione. La nostra carne si è cavaliere del Demonio; perocchè ella combatte e resiste a tutte quelle cose, che sono secondo Iddio e secondo la nostra salute. Un Frate domandò Frate Egidio dicendogli: Padre, insegnami in che modo ci potremo noi guardare dal vizio carnale, al quale Frate Egidio rispuose: Fratello mio, chi vuole muovere alcuno grande peso o alcuna grande pietra, e mutarla in altra parte, gli conviene che si istudi di muoverlo più per ingegno, che per forza. E così noi similmente, se vogliamo vincere gli vizj carnali, e acquistare le virtù della castitade, piuttosto le potremo acquistare per la umiltade, e per lo buono e discreto reggimento spirituale che per la nostra presentuosa austeritade e forza di penitenzia. Ogni vizio turba e oscura la santa e risplendente castitade; perocchè la castitade si è simile allo specchio chiaro, il quale si oscura e conturba, non solamente per lo toccamento delle cose sozze, ma eziandio per lo fiato dell‘uomo. Egli è cosa impossibile che l’uomo possa pervenire ad alcuna grazia spirituale, per infino che gli si truova essere inchinevole alle concupiscenze carnali, e imperò ti volta e rivolta come ti piace, che pure non troverai altro rimedio di potere pervenire alla grazia spirituale, se tu non sottometti ogni vizio carnale. E però combatti valentemente contra la sensuale e fragile carne tua, propiamente nemica tua, la quale sempre ti vuole contraddire di dì, e di notte; la quale carne nostra mortale nimica chi la vincerà, sia certo che tutti li suoi nimici ha vinti e sconfitti, e tosto perverrà alla grazia spirituale, e ad ogni buono stato di virtù e di perfezione. Dicea Frate Egidio: Infra tutte l’altre virtù, io allegherei piuttosto la virtù della castitade, perocchè la suavissima castitade per sè sola ha in sè alcuna perfezione; ma non è alcuna altra virtude, che possa essere perfetta senza la castitade. Uno Frate domandò Frate Egidio, dicendo: Padre, non è maggiore e più eccellente la virtù della caritade, che non è quella della castitade? E Frate Egidio disse: Dimmi fratello, qual cosa si truova in questoo mondo più casta, che la santa caritade? Molte volte cantava Frate Egidio questo Sonetto, cioè: O santa castità, deh quanto è la tua bontà! Veramente tu se’ preziosa, e tale e tanto è soave il tuo odore, Che chi non ti assaggia, non sa quanto vale. Imperò li stolti non cognoscono il tuo valore. Un Frate domandò Frate Egidio, dicendo: Padre, tu che tanto commendi la virtù della castitade, priegoti che tu mi dichiari, che cosa è castitade, al quale Frate Egidio rispuose: Fratello mio, io ti dico che propiamente è chiamata castitade, sollecita custodia e continua guardia delli sensi corporali e spirituali, conservandoli al solo Iddio puri e immacolati.